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Una nuova tecnica sta rivoluzionando la cura delle emorroidi, disturbo che colpisce tre milioni di italiani e che può portare ad anemia da carenza di ferro, per le continue perdite di sangue durante l’evacuazione. Si chiama Help (Hemorrhoidal laser procedure) ed è un trattamento ambulatoriale indolore che prevede l’utilizzo di particolari lunghezze d’onda per realizzare un’immediata fotocoagulazione dei gavoccioli (le prominenze delle vene dilatate). «Attraverso una sonda endoscopica cilindrica, lunga 9 cm e dal diametro di circa 3 cm, il chirurgo visualizza bene il campo operatorio, cioè l’interno del canale anale», spiega il professor Enrico Berné, specialista in chirurgia
generale, in chirurgia dell’apparato digerente e in laserterapia, direttore del Magenta medical center di Milano. «Questa fibra ottica è collegata a una sonda laser che emette spot luminosi di 980 nm (nanometri) o di
1470 nm. Si utilizza la prima lunghezza d’onda se prevale la componente vascolare (il gavocciolo è molto rosso e congesto) e non c’è tessuto fuoriuscito, mentre si preferisce utilizzare il 1470 nm se sono presenti emorroidi di
terzo grado, con un iniziale prolasso (fuoriuscita dei gavoccioli dal canale anale). Ma è possibile combinare le due frequenze a seconda delle esigenze». Come agisce la luce laser?
Quella di lunghezza d’onda più bassa coagula il sangue che scorre nelle vene emorroidarie dilatate, senza il rischio di intaccare le delicate strutture circostanti. La luce di lunghezza d’onda più alta vaporizza il tessuto prolassato.
L’operazione dura circa 15 minuti ed è indolore, sia perché viene spalmata nella zona anale e perianale una pomata anestetica, sia perché le mucose interne sono prive di terminazioni nervose. «La tecnica Help consente di trattare
in maniera rapida e mininvasiva, con una ripresa immediata dell’attività lavorativa, tutte le emorroidi fino al terzo grado», puntualizza Berné. Il costo per liberarsi dalle imbarazzanti presenze è di circa 1500 €.

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